Ciclo vitale di una colonia di calabroni Fondazione della colonia da parte della regina clicca sulle immagini per ingrandirle L’ arrivo dei tepori d’Aprile segna l’emersione delle nuove regine, nate e accoppiatesi l’autunno precedente. Sono sopravvissute all’inverno rigido nascondendosi nella legna marcescente o nel suolo, col metabolismo rallentato al minimo. Il loro corpo produce glicerolo, che agisce da antigelo! Dopo il risveglio, il primo compito è quello di fare voli di perlustrazione per cercare siti idonei alla nidificazione e cibo sotto forma di linfa di albero e insetti. Quando la regina ha trovato un posto adatto, costrusice prima un peduncolo (peziolo) dal quale il resto della costruzione sarà sospeso. Le prime celle sono costruite dall’interno verso l’esterno, e ben presto utilizzate per la deposizione di uova, uno per cella. Dopo circa cinque giorni una piccola larva (1-2mm) si forma, passando da cinque fasi di crescita nei successivi dodici/quattordici giorni. Il giovane calabrone ora si apre un varco per uscire dalla sua cella. L’esemplare appena emerso, un’operaia, riposerà quasi immobile nella cella dalla quale è emersa. Il materiale da costruzione, contrariamente rispetto ad altri elementi come acqua, liquidi zuccherini o proteine, non viene diviso con altri esemplari dopo essere stato raccolto. L’operaia che l’a raccolto lo applica lei stessa al nido. Per cui, un esemplare appena emerso e che non è ancora uscito dal nido, non può ancora fare lavoro di costruzione. Le operaie staranno nel nido per circa tre giorni prima di compiere il loro primo volo. A questo punto, un involucro cartaceo circonda le celle per proteggerle. Una cella può essere riutilizzata anche quattro volte. Dopo che cinque o dieci operaie sono emerse, la regina inizia ad uscire dal nido sempre di meno, perché le operaie si stanno pian piano assumendo tutti i ruoli più pericolosi. Le operaie sono molto più piccole della regina, arrivando a circa 18-28 mm. Hanno anche vita più breve, vivendo solo tre o quattro settimane. Dopo un po’ di tempo, la regina cessa del tutto di abbandonare il nido e rimane legata ad esso, senza uscire mai più. Con la regina ora nascosta e protetta nel nido, il periodo più critico della vita della colonia è ora passato. La regina si focalizza ora esclusivamente nella deposizione di uova, compito che le rimarrà fino alla morte, a fine stagione.
Molte operaie devono essere prodotte affinché la colonia cresca. Esse lavorano senza sosta raccogliendo cibo, materiale da costruzione e acqua. I calabroni sono attivi anche di notte, se il clima è umido e senza vento! I calabroni sono attratti da luci forti proprio come le falene, ciò li può disorientare. Per questo motivo, molto spesso sbattono contro le finestre spaventando le persone dentro. Spegnendo la luce per un po’, essi si orienteranno di nuovo e andranno per la loro strada. I calabroni sono capaci di volare con intensità luminosa di 0,01 Lux, livello a cui l’occhio umano è completamente cieco. On giorni caldi d’estate, le operaie inumidiscono la superficie delle celle con acqua per abbassare la temperatura tramite raffreddamento evaporativo. Dopo aver completato il primo favo di celle, un altro peduncolo è costruito e ad esso aggiunto un nuovo piano. La costruzione avviene verso il basso dal primo favo, con progressiva aggiunta di nuove celle per ogni favo ed espansione dell’involucro.
Calabroni e altre vespe sociali utilizzano la carta (fibre estratte dal legno) per costruire i propri nidi. Nello specifico, i calabroni utilizzano legno marcescente come principale materiale da costruzione. Grattano via con le mandibole da pezzi di legno morto, come rami caduti o morti, steccati, pali del telefono e altre fonti. Mischiano il legno raccolto con la saliva, poi lo masticano per creare una palla di materiale soffice e umido. Dopo averlo portato al nido e masticato, il calabrone lo applica al nido e lo stende con le mandibole nella forma voluta. Dopo essersi seccato, un tipo di cartone secco e resistente si è formato. Il disegno a strisce del nido è una caratterisrtica dei calabroni, le strisce sono di diversi colori perché corrispondono a diverse applicazioni e diversi tipi di legno. La copertura del nido è di consistenza granulosa, ed è ricca di sacche d’aria che ricordano conchiglie, per via delle strisce di varie tonalità che ricordano il disegno del legno impiallacciato.
Alimentazione della covata e sviluppo finale del nido Il calabrone è essenzialmente predatore di una vasta gamma di insetti. Le larve sono nutrite dagli adulti con questa poltiglia di insetti catturati e masticati. Quando le larve sono affamate, sono in grado di grattare con le mandibole le pareti della loro cella e produrre un rumore ben udibile. In aggiunta, raccolgono in tarda stagione anche il succo di vari frutti maturi: mele, pere, uva, prugne. I calabroni possono cercare risorse anche fino a un km e mezzo dal proprio nido.
A differenza di alcune vespe, i calabroni non assaltano le aree picnic in estate in cerca di cibo. Per cui non c’è pericolo di essere punti alla gola da un calabrone mentre si mangia fuori! In assenza di cavità naturali, le regine di calabrone a volte fondano il proprio nido in cassette per uccelli, anche se questi raramente offrono abbastanza spazio per lo sviluppo completo della colonia. Entro l’inizio dell’estate, quando la colonia conta 25-30 operaie ed è distribuita su 3-4 favi, spesso queste cassette sono già piene. Per cui l’unica possibilità è di costruire fuori dalla cassetta o trasferirsi in una cavità più ampia. Nell’ultimo caso, le operaie folano in cerca di siti idonei nell’area circostante. Se hanno successo, alcune di esse si trasferiranno con la regina per stabilire un nido secondario. Questo processo è chiamato "rilocazione". Le operaie volano avanti e indietro fra il nido vecchio e quello nuovo, prendendosi cura di entrambi. La covata nel vecchio nido viene curata fino all’età adulta, mentre la costruzione del nuovo è in atto. Alla fine, tutti gli esemplari si trasferiscono nella nuova sistemazione e il vecchio nido viene abbandonato. Come esattamente siano i calabroni capaci di segnalare ai propri simili l’esatta ubicazione del nuovo nido rimane ancora un mistero, ma probabilmente sono coinvolti segnali chimici. Quando è ormai metà agosto o metà settembre, la colonia raggiunge il suo picco di sviluppo, arrivando a 300-700 esemplari in un nido alto anche 60 centimetri. La regina depone ora uova che daranno vita a maschi e nuove regine. font> Accoppiamento delle nuove regine e ibernazione
Le operaie sono ora impegnate a nutrire i sessuati con zuccheri e proteine. Questo permette alle nuove regine di accumulare le riserve necessarie per affrontare l’ibernazione. Nelle belle giornate d’autunno, i sessuati sciamano all’esterno per accoppiarsi. Nidi vecchi non sono mai riutilizzati l’anno successivo. Molte giovani regine non superano l’inverno, cadendo vittima di attacchi fungini o di predatori insettivori.
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